“Un atto di arroganza del Comune di Foligno espressione di una politica disfattista a discapito dei cittadini”
Spello, 22 agosto 2019 – “L’azione compiuta dal Comune di Foligno nel dare corso alla revoca anticipata del C.d.A della Valle Umbra Servizi con il solo consenso del 53,3% del capitale sociale, è un grave atto di arroganza che non rispecchia la volontà di tutti i 22 comuni soci ma è solo espressione di una politica disfattista a discapito dell’efficienza dei servizi per i cittadini”. All’indomani dell’Assemblea ordinaria dei soci con all’ordine del giorno la revoca e nomina dei nuovi amministratori, i sindaci di Spello, Trevi e Santa Anatolia di Narco, Moreno Landrini, Bernardino Sperandio e Tullio Fibraroli in rappresentanza di 12 Comuni che ieri hanno abbandonato per protesta la riunione prima della votazione, esprimono un giudizio pienamente negativo sull’operato del Comune di Foligno, detentore del 47,4 del capitale sociale, accusato di “far ricadere le proprie diatribe interne sui territori dei comuni soci”. I 12 Comuni – Spello, Trevi, Santa Anatolia di Narco, Bevagna, Valtopina, Campello sul Clitunno, Cascia, Cerreto, Poggiodomo, Preci, Scheggino e Spoleto – anche nel corso della precedente assemblea (del 6 agosto 2019) hanno sempre richiamato l’attenzione sull’importanza di dare continuità a un operato portato avanti con positivi risultati sanciti dal Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2018 approvato all’unanimità dei soci, espressione del 98,8% del capitale sociale, compreso il Comune di Foligno, nella seduta del 9 luglio 2019. “La gestione positiva – affermano – è stata espressione di un Consiglio di Amministrazione tecnico, con profilo strettamente manageriale, nominato lo scorso 29 agosto all’unanimità dei soci espressione dell’88,74% del capitale sociale e che ha ottenuto risultati soddisfacenti dal punto di vista economico e della riorganizzazione aziendale. La nostra richiesta è stata quella di permettere al C.d.A. di proseguire il lavoro iniziato, e con naturale scadenza esattamente fra due anni, per garantire alla gestione aziendale una continuità che una buona politica avrebbe dovuto accompagnare nell’interesse dei cittadini”. Infine, i sindaci non mancano di sottolineare le giuste distanze prese dal Comune di Spoleto, il primo a uscire dall’assemblea non partecipando alla votazione, subito dopo l’atto compiuto esclusivamente da 8 comuni titolari del 55,9 % del capitale sociale – Foligno, Giano dell’Umbria, Nocera Umbra, Montefalco, Castel Ritaldi, Norcia, Gualdo Cattaneo e Sellano- che hanno respinto con voto contrario la richiesta di verifica della legittimità di rimozione anticipata al Dipartimento della Funzione Pubblica, presentata dal sindaco di Spoleto Umberto De Augustinis.