Il Parco
Descrizione
Comprende i Comuni di Assisi – Nocera Umbra – Spello – Valtopina
Istituzione 1995
Gestore Consorzio Obbligatorio del Parco del Monte Subasio
Area protetta 7.177,16 ha
Provincia Perugia
È il parco delle memorie francescane e dei tanti romitori disseminati lungo la montagna del Subasio: per questo è stato definito il “Parco mistico” o, anche, il “Parco di Assisi”, in quanto la cittadina ne rappresenta l’accesso privilegiato. Assisi e il suo monte vivono reciprocamente in una sorta di simbiosi che si tramanda sin dall’antichità e che, attraverso i secoli, si è rafforzata e radicata.
L’intero centro storico di Assisi è compreso nel Parco e ne caratterizza le valenze naturali e storico-culturali.
Il Parco ha confini definiti dal corso del fiume Tescio a settentrione, dal torrente Chiona a sud-est, dal Topino a est e, nella parte sud-occidentale, dalla pianura umbra compresa tra Assisi e Spello.
Il Subasio è un rilievo isolato rispetto alla catena appenninica.
La sua caratteristica forma arrotondata e il monumentale complesso della basilica di Assisi che si allunga lungo le sue pendici, lo rendono facilmente identificabile nel panorama della pianura umbra.
Testi e foto sono tratti da Parco del Monte, ©Quattroemme, Perugia 2006. Tutti i diritti sono riservati.
La fauna
La varietà degli ambienti ospita una fauna significativa, ma non altrettanto ricca, a causa della forte antropizzazione del territorio che ha determinato, nonostante la proibizione della caccia nelle zone demaniali e l’attenta tutela dell’ambiente, la scomparsa di alcune specie e, più spesso, una forte riduzione del numero degli esemplari.
Il lupo (Canis lupus lupus) è segnalato solo occasionalmente. L’aquila reale (Aquila chrysaetos) e la coturnice (Alectoris graeca), nidificavano sul Subasio fino alla metà dell’800.
La starna (Perdix perdix) che negli anni passati era a rischio di estinzione, ha colonizzato di nuovo il monte.
Orbettino (Anguis fragilis)
La popolazione dei rettili è cospicua. Comprende il biacco (Coluber viridiflavus), la biscia dal collare (Natrix natrix) e la vipera (Vipera aspis).
Uccelli
Tra i rapaci una presenza significativa è quella dell’astore (Accipiter gentilis), uccello piuttosto raro che predilige boschi ad alto fusto. Sono presenti inoltre poiane (Buteo buteo), sparvieri (Accipiter nisus), assioli (Otus scops), gheppi (Falco tinnunculus).
Nei boschi del Subasio nidificano il picchio verde (Picus viridis), il picchio rosso maggiore (Picoides major), il picchio muratore (Sitta europaea). Cospicua la popolazione di pettirossi (Erithacus rubecula), usignoli (Luscinia megarhynchos), ghiandaie (Garrulus glandarius), upupe (Upupa epops), gazze (Pica pica), taccole (Corvus monedula), cornacchie grigie (Corvus corone cornix), cuculi (Cuculus canorus), cinciallegre (Parus major), fringuelli (Fringilla coelebs),
cardellini (Carduelis carduelis).
La starna (Perdix perdix), un galliforme che ha rischiato l’estinzione a causa delle campagne di caccia, è presente nel territorio con alcuni nuclei stabili.
Fauna ittica e anfibi
Le acque del Tescio e dei corsi d’acqua minori sono popolati soprattutto da rovelle (Rutilus rubilio), vaironi (Leuciscus souffia) e trota fario
(Salmo trutta). Si trova anche il granchio di fiume (Potamon edule) che predilige acque pulite e fresche e trova pertanto il suo habitat naturale nei numerosi corsi d’acqua che scendono dal monte. La presenza del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) è ancora limitata.
Alcune specie come l’anguilla (Anguilla anguilla) che ha la caratteristica di riprodursi in mare e poi risalire la corrente dei fiumi, è quasi scomparsa dopo la costruzione del bacino artificiale di Corbara e di altri sbarramenti che impediscono il normale deflusso delle acque del Tevere di cui il Tescio è tributario.
La popolazione di anfibi è piuttosto ricca e annovera diverse specie, tra cui il tritone crestato (Triturus cristatus), la lucertola muraiola (Podarcis muralis) la rana verde (Rana sp.) il rospo comune (Bufo bufo) e il rospo smeraldino (Bufo viridis).
Colonia numerosa insieme a tassi (Meles meles), istrici (Hystrix cristata), faine (Martes foina) e donnole (Mustela nivalis).
Molti i cinghiali (Sus scrofa majori) di diverse specie che, in passato, sono stati reintrodotti nell’ambiente e fatti oggetto di un’attenta osservazione.
La lepre comune (Lepus europaeus) può essere considerata il mammifero con la più alta percentuale di individui.
Caprioli (Capreolus capreolus), daini (Dama dama) e cervi (Cervus elaphus) trovano nei boschi del Parco il loro habitat ideale.
La fauna
l patrimonio floristico è legato alla conformazione geomorfologica del monte di natura prevalentemente carsica e, soprattutto, alle condizioni climatiche specifiche del luogo che registrano, grazie all’isolamento del massiccio rispetto alla catena appenninica, un innalzamento delle temperature e, conseguentemente, un incremento dei limiti altimetrici delle fasce vegetazionali.
Nel parco si distinguono, pertanto, tre zone: la prima è rappresentata da coltivazioni di olivi. Occupa la zona più bassa del parco e arriva, generalmente, fino a quota 600-700 m: la coltura è presente da Assisi fino a Spello e, sul versante opposto, dalla Costa di Trex ad Armenzano e a San Giovanni. Agli oliveti sono spesso intervallati boschi di roverella. La seconda zona è caratterizzata da boschi di latifoglie. Le specie dominanti sono lecci, carpini neri, ornielli, cerri, aceri e roverelle. Le vaste faggete, a causa dei ripetuti interventi dell’uomo avvenuti in passato, ora sono limitate alle aree marginali; la più vasta faggeta presente è quella conosciuta come il Macchione, che si trova tra Armenzano e Costa di Trex. I lecci prevalgono nel versante occidentale; i carpini neri occupano il versante di sud-ovest; gli ornielli quello di nord-est. La terza zona è costituita da conifere (pini, abeti e cedri) e da pascoli montani dove, oltre alle specie erbacee, vi è la presenza di ginepri rossi.
Alcune specie arboree sono autoctone, altre sono frutto del rimboschimento operato dall’uomo. In generale il complesso del Subasio è caratterizzato dalla prevalenza di boschi e di pascoli rispetto ai coltivi.
Il territorio del Subasio, fin dall’antichità, è stato oggetto di una forte pressione antropica tanto che, fino ai primi anni del secolo scorso, risultava, in gran parte, privo di vegetazione e brullo, tanto che sembrava impresa ardua poter ripristinare il manto boschivo originario. Lo stato di impoverimento vegetazionale era già presente nel Medioevo. Alcuni documenti d’archivio ricordano il taglio indiscriminato dei boschi e il conseguente dissesto idrogeologico del monte.
L’aspetto è decisamente cambiato grazie all’intensa opera di reimpianto delle specie arboree, soprattutto conifere pioniere – in particolare il pino nero (Pinus nigra) – e, solo in poche zone, di latifoglie autoctone con predominanza di cerro (Quercus cerris), carpino nero (Ostrya carpinifolia) e roverella (Quercus pubescens).
L’opera di rimboschimento ha avuto inizio nel 1916 quando si decise di porre fine al degrado del territorio utilizzando, a tale scopo, l’opera di prigionieri
austriaci. Proseguì negli anni successivi con l’impianto di quasi quattro milioni di piantine e con l’utilizzo di una grande quantità di semi; tutti gli interventi sono
stati seguiti nella crescita dagli istituti specializzati. Ha avuto un forte impulso tra la prima e la seconda guerra mondiale grazie al Corpo Forestale dello Stato. Tra gli interventi più interessanti vi è stato quello del 1961 dell’Istituto di Entomologia dell’Università di Pavia, che ha introdotto nidi di formiche rosse utili per la lotta biologica ai parassiti delle specie arboree e la realizzazione di particelle sperimentali in cui osservare lo sviluppo di conifere a rapido accrescimento.
Lecceta dell’Eremo delle Carceri
È uno degli esempi più interessanti in Italia di lecceta d’alto fusto, tanto da essere considerata di interesse nazionale.
È una specie mediterranea ed è stata protetta dai frati che hanno abitato il monte dopo san Francesco.
All’interno dello Speco francescano si trova un leccio sostenuto da catene: la tradizione lo fa risalire all’epoca del Poverello di Assisi.
Carpino nero (Ostrya carpinifolia)
Occupa il versante di sud-ovest fino a 800-900 m di quota
Roverella (Quercus pubescens)
La sua presenza, in associazione a specie arbustive, si registra soprattutto nelle zone più esposte al sole e meno umide e, generalmente non supera la quota di 700-800 m.
I fiori del Subasio
Colorano i prati del Subasio con vaste macchie di colore, soprattutto in primavera e in estate. Ne esistono di molte specie. Tra queste va ricordato il narciso (Narcissus poeticus), il simbolo del monte. Questo fiore, per tradizione, veniva in passato raccolto nel giorno dell’Ascensione per comporre la famosa Infiorata di Spello del Corpus Domini. Inoltre fiordalisi, orchidee, stelline purpuree, ranuncoli, crochi, viole, pratoline.
Sul monte Subasio crescono spontanee molte piante le cui radici, fiori, frutti e foglie sono utilizzati a scopo aromatizzante e alimentare.
Tra le più comuni ricordiamo il ginepro, l’asparago, la rosa canina, il prugnolo, il tarassaco, la malva, la cicoria, l’ortica, il nespolo comune, il perastro, il luppolo, la vitalba.
In giro per il Parco
Costa di Trex
Si trova in posizione panoramica a 573 m slm e si affaccia sul corso del Tescio
e del Marchetto. Il nome deriva da una contrazione di Costa delle Tre Chiese: in particolare ci si riferisce alla chiesa di Santo Stefano (sul muro esterno è un’urna di epoca romana), la chiesa di San Bartolomeo e la chiesa di San Lorenzo, che è di proprietà privata.
Assisi
Interamente compresa nel Parco, è il luogo delle memorie francescane da cui si irradia il messaggio di pace nel mondo.
Viole
Sulla pendice del monte Subasio rivolta a mezzogiorno sorge l’eremo di San Vitale, attualmente chiesa parrocchiale di Viole, frazione di Assisi.
Immediatamente a ridosso della chiesa sorge la Fonte di San Vitale, già ricostruita nel 1756 e restaurata di recente, nel 2001.
Lanciano
Lanciano è una frazione del Comune di Nocera Umbra. Il termine Lanciano deriva dal latino Lantius, che indica il nome dell’antico proprietario di queste terre. Il centro abitato costituisce lo sviluppo di un antico nucleo fortificato, che in origine aveva soprattutto funzioni di avvistamento. La struttura urbana del centro abitato digrada sulle pendici del poggio dominato dalla torre medievale e si sviluppa ai due lati dell’antica strada di collegamento. Nel punto più alto della frazione, a quota 676 m slm, sorge la piccola chiesa di Lanciano.
Castello di Armenzano
Il paese conserva l’impostazione originaria del tipico borgo fortificato con le case, distribuito lungo una doppia cortina difensiva a forma circolare.
Sorse in posizione strategica lungo le pendici del Subasio.
San Giovanni
Il castello e il borgo sono ubicati sul versante orientale del Subasio. Nella chiesa di San Giovanni, benedettina, san Francesco ha operato uno dei tanti miracoli.
Collepino
Il paesino si trova in prossimità del torrente Chiona. Il complesso fortificato ha origini altomedievali. Si presenta come un tipico borgo murato.
A piedi per il Parco
Gli itinerari che interessano il Parco del Subasio sono l’occasione per una conoscenza approfondita della geomorfologia del monte di Assisi e della sua natura carsica. Sono anche un modo per vedere da vicino le emergenze naturalistiche e storicoarchitettoniche del territorio e, soprattutto, per venire a stretto contatto con quella spiritualità francescana di cui le città e il monte sono pervasi.
Sentiero 50
Assisi – Mortaro Grande – Spello
Dislivello in salita: 957 m
Dislivello in discesa: 801 m
Lunghezza: 15,5 km
Da Porta Cappuccini una sterrata sulla sinistra fiancheggia le mura medievali. Si sale fino a un’area di sosta, poi si scende all’Eremo delle Carceri, si risale il Fosso delle Carceri e si giunge alla Croce di Sasso Piano. Sulla sommità si trovano le doline di Mortaro Grande e di Mortaiolo. Si scende fino alla Fonte Bregno, si prosegue tra roverelle e aceri e poi tra gli oliveti. Qui la vista si allarga su Spello. Il sentiero ha termine presso la fonte Bulgarella.
Sentiero 51
Tappa del Subasio
Assisi – Costa di Trex – Rocca di Postignano – Nocera Scalo
Dislivello in salita: 657 m
Dislivello in discesa: 635 m
Lunghezza: 20 km
Il sentiero che ripercorre l’ultimo viaggio di san Francesco verso Assisi, presenta notevoli aspetti storico-naturalistici. Da Assisi, dopo alcuni saliscendi, per la strada forestale di fonte Maddalena, evitando il sentiero originario chiuso per frana, si arriva a Costa di Trex; si segue la strada per Armenzano; si scende a Ponte Cavaliero che scavalca la forra del Fosso Marchetto. Una deviazione conduce alla chiesa di Satriano. Si attraversa un bosco, poi una sterrata conduce alla Villa di Postignano dove si incontrano i ruderi della Rocca di Postignano. Si scende poi al fondovalle.
Sentiero 52
Collepino – monte Subasio
Dislivello in salita: 628 m
Dislivello in discesa: 628 m
Lunghezza: 5 km
Dal piazzale sopra Collepino si imbocca la strada asfaltata per San Giovanni; all’altezza della prima curva a destra si imbocca il sentiero a sinistra che, transitando entro un ampio fosso, conduce fino alla cima, dopo aver incontrato l’eremo di San Silvestro e l’oratorio della Madonna della Spella.
Sentiero 53
San Giovanni – Armenzano – Stazzi – Montarone
Dislivello in salita: 557 m
Dislivello in discesa: 396 m
Lunghezza: 11 km
L’itinerario percorre il lato NE del monte. Per gran parte si transita su strade frangifuoco, sempre immersi in un bel bosco.
Sentiero 54
Fonte Bregno – San Benedetto – Eremo delle Carceri
Dislivello in salita: 376 m
Dislivello in discesa: 226 m
Lunghezza: 6 km
Il percorso unisce tra loro due luoghi sacri: l’Eremo delle Carceri e l’abbazia di San Benedetto. Si consiglia di proseguire il percorso con il sentiero 60 o il 50.
Sentiero 55
Valtopina – Armenzano – monte Subasio
Dislivello in salita: 525 m
Dislivello in discesa: 525 m
Lunghezza: 3,5 km
Da Valtopina si sale al castello della Serra, poi passando per Vallemare si arriva al paese di Armenzano. Il sentiero continua dal fontanile a monte di Armenzano: esso sale ripidamente tanto da essere considerato una direttissima. Giunti presso un ampio vallone, bisogna risalirlo mantenendosi sulla sinistra, passando vicino alla dolina di Mortaro delle Trosce.
Sentiero 56
Il lago – Gabbiano Vecchio – Sasso Rosso
Dislivello in salita: 260 m
Dislivello in discesa: 302 m
Lunghezza: 5 km
Il sentiero ha inizio dalla strada panoramica che sale da Spello e percorre il versante ovest del Subasio. Attraversa il Fosso Renaro e transita per una cava abbandonata ricca di fossili. Giunge al paese abbandonato di Gabbiano Vecchio e alla fonte Sermattei, situata in basso lungo la sterrata che scende a valle del paese. Da qui si sale a Sasso Rosso, da cui si prosegue per il sentiero 54.
Sentiero 57
Valtopina – San Giovanni di Collepino – Monte Subasio
Dislivello in salita: 880 m
Dislivello in discesa: 880 m
Lunghezza: 7,5 km
Percorso che si svolge per i primi 4 km lungo una stretta strada asfaltata, incassata nella angusta valletta del Fosso dell’Anna. Al mulino di Buccilli diventa un sentiero che sale ripidamente fin quasi alla sommità del monte, passando per il paese di San Giovanni di Collepino e per i Prati di Pizzo.
Lungo il percorso, si diramano numerosi sentieri (59, 58, 53). All’arrivo si può continuare per i sentieri 50 e 52.
Sentiero 58
San Giovanni – Madonna della Spella
Dislivello in salita: 342 m
Dislivello in discesa: 342 m
Lunghezza: 3 km
Da San Giovanni si seguono, per un breve tratto, i sentieri 53 e 57, per poi imboccarne uno a sinistra.
Si prende una carrareccia che diventa presto molto ripida. Al bivio, si va a destra fino ad un abbeveratoio da cui un sentiero, in breve tempo, porta alla chiesa della Madonna della Spella.
Assisi
La città di Assisi sorge sul versante nord-occidentale del monte Subasio, in posizione moderatamente rialzata rispetto alla Valle Umbra settentrionale, a circa 26 km a sudest di Perugia.
Assisi è conosciuta per essere la città in cui nacquero, vissero e morirono san Francesco, patrono d’Italia, e santa Chiara.
Da visitare:
Chiese ed edifici sacri
- Basilica di San Francesco d’Assisi (divisa in parte inferiore e superiore)
- Basilica di Santa Chiara
- Cattedrale di San Rufino
- Chiesa di Santa Maria Maggiore
- Chiesa di San Pietro
- Chiesa Nuova
- Oratorio dei pellegrini
- Oratorio di San Francesco Piccolino
- Chiesa di Santo Stefano
- Basilica di Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola
- Eremo delle Carceri sul monte Subasio
- Chiesa di san Damiano
- Chiesa di Santa Maria in Rivotorto (Santuario di Rivotorto, chiesa del XIX secolo in forme gotiche costruita per riparare il “tugurio” di San Francesco)
- Abbazia di San Benedetto, fu fondata nel X secolo sulle pendici del monte Subasio; distrutta nel 1399, venne restaurata nel Seicento. Ne rimangono le mura perimetrali, l’abside e la cripta, risalente alla seconda metà dell’XI secolo.
- Palazzo vescovile, dove San Francesco fece la rinuncia ai beni paterni.
- Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva
Altri monumenti
- Anfiteatro romano, costruito nella prima metà del I secolo d.C., di cui rimane l’impianto ellittico ribadito dall’assetto delle case medievali e da un arco in cunei di travertino, mentre l’arena è definita dall’area di un giardino.
- Rocca Maggiore, situata sulla cima della collina che domina la valle ed eretta in epoca altomedievale, fu distrutta da una sollevazione popolare (1198) contro il duca Corrado di Urslingen, tutore del futuro imperatore Federico II di Svevia. Fu ricostruita nel 1356 dal cardinale Egidio Albornoz, rispettando sostanzialmente le forme originali; solo successivamente sono stati aggiunti la torre poligonale (1458) e il bastione cilindrico che affianca l’ingresso (1535-1538). Sembra che nella Rocca abbiano soggiornato Federico Barbarossa e Federico II ancora bambino.
- Piazza del Comune, solo nel Duecento questa area urbana diventa il fulcro della città. Il lato settentrionale è imperniato sul Tempio di Minerva, alla sinistra del quale venne edificato il Palazzo del Capitano del Popolo (metà XIII secolo – 1282), restaurato e dotato di merlatura nel 1927, insieme all’adiacente Torre del Popolo (1305), campanile civico ai cui piedi si trovano murate le misure trecentesche di mattoni, tegole e tessuti in uso nella città; con la costruzione del Palazzo dei Priori (1275 – 1493) fu completato anche il lato meridionale. La Fonte di Piazza con tre leoni sul lato orientale è cinquecentesca, mentre il Palazzo delle Poste sul lato occidentale è del 1926.
- Tempio di Minerva
Gli eventi:
- Calendimaggio (inizio di maggio): rievocazione di vita medievale in una sfida fra le due fazioni cittadine di Parte de Soprae Parte de Sotto, con cortei, rappresentazioni teatrali, musica, canti, danze e sbandieratori.
- Festa del Voto (22 giugno), rievoca la cacciata dei Saraceni da Assisi ad opera di Santa Chiara.
- Palio di San Rufino (fine di agosto): rievocazione storica del periodo in cui Assisi era divisa in terzieri (San Francesco, San Rufino e Dive Mariae) con cortei, sbandieratori e tamburini della Compagnia Balestrieri di Assisi, i quali l’ultimo giorno si sfidano in una gara di tiro con la balestra.
- Cavalcata di Satriano (settembre): fantini in costume d’epoca, ripercorrono il viaggio che i cavalieri assisani compirono per andare a prendere San Francesco a Nocera Umbra, affinché potesse morire nella sua città.
- Festival internazionale per la Pace (settembre): si tengono concerti, seminari, tavole rotonde e mostre d’arte dedicate al tema della pace, della solidarietà e dell’ecologia.
- Marcia per la pace Perugia-Assisi, (settembre – ottobre, biennale).
- Festa di San Francesco (3 – 4 ottobre): solenni cerimonie liturgiche e manifestazioni civiche per celebrare il santo, patrono d’Italia, anche se dal 2008 è tornato ad essere giornata di lavoro e studio. (fonte Wikipedia)
Centralino 075.8138.1
Fax 075.8138.670
Numero Verde 800.050.900
E-mail comune.assisi@postacert.umbria.it
Nocera Umbra
Il Comune di Nocera Umbra offre grandi paesaggi incontaminati, un’arte affascinante, piccoli borghi e capolavori di architettura, storia, cultura, appuntamenti ed eventi, cibi gustosi frutto della sua terra, un clima gradevole in tutte le stagioni dell’anno. Nocera Umbra propone un nuovo tipo di vacanza, una vera e propria immersione in una realtà dove si può gustare anche l’aria e l’acqua salubre, la quiete, il verde e tanti prodotti tipici genuini. Conosciuta da sempre come la “Città delle Acque”, Nocera Umbra è la terra
dove San Francesco, stanco e malato, si rifugiò per alleviare le sue sofferenze con le acque curative delle sue sorgenti.
I prodotti:
La Terra di Nocera Umbra: La documentazione storica dell’Argilla Bianca di Nocera Umbra si perde nel tempo. Il prodotto a base di “Terra di Nocera Umbra” e “Acqua di Nocera Umbra” è un “rimedio naturale”, che obbedisce ai principi della medicina e della cosmetica “secondo natura”.
L’Acqua di Nocera Umbra: Numerose sono le sorgenti classificate come acque minerali di alto pregio: la nota “Sorgente Angelica”, le cui proprietà benefiche diedero lustro e favorirono l’economia della città, la “Sorgente del Cacciatore” o “Centino” e la “Sorgente Flaminia”. Ma l’intero territorio è costellato di numerose altre fonti sorgive.
Le eccellenze enogastronomiche: salumi, legumi, tartufi, cacciagione.
Da visitare:
Le chiese, il Duomo, il Campanaccio e Il Museo Civico San Francesco (Pinacoteca Comunale)
Gli eventi:
Giugno, prima domenica: Passeggiata “Sulle Orme di Francesco”
Agosto, prima settimana: Palio dei Quartieri (taverne, sfilate d’epoca, spettacoli teatrali, gare…)
Agosto, seconda settimana: Festa delle Acque (concerti, teatri, mostre, mercatini)
Settembre: Mostra di Oreficeria Longobarda e Cavalcata di Satriano (primo weekend): passeggiata a cavallo da Assisi a Nocera
Dicembre, la settimana di Natale: La Città dei Bimbi Buoni (balli, attrazioni, mostre, mercatini)
Info:
Municipio – Piazza Caprera, Centro Storico
tel. 0742-8340
www.comune.noceraumbra.pg.it 29
sindaco@comune.noceraumbra.pg.it
Ufficio Turismo Servizio II^ Cultura e Sport
tel. 0742-834036-33
sociali@comune.noceraumbra.pg.it
Valtopina
Valtopina sorge lungo la consolare Via Flaminia, nella valle attraversata dal fiume Topino, da cui prende il nome.
Da visitare:
- Resti e ruderi di epoca romana legati alla via Flaminia, antiche chiese (Santa Cristina) e, tra i castelli medievali, il Castello di Poggio (XI sec.), le suggestive rovine del castello di Serra e il Castello e il borgo di Gallano.
- Gli amanti dei paesaggi naturali non si perdano la Valle dell’Anna.
- il Mulino di Valentino o di Buccilli, mulino ad acqua ancora perfettamente funzionante e suggestivo.
- Museo del Ricamo e del Tessile, al piano terra dello storico Palazzo Comunale. In esposizione collezioni di abiti, camicette, cuffie, biancheria personale e della casa tra ‘700 e ‘900, che testimoniano l’evoluzione della moda e del gusto per i ricami e i merletti fino ai nostri giorni.
Gli eventi:
15 marzo – 7 settembre 2008 – Mostra al Museo del Ricamo e del Tessile: omaggio al Pintoricchio nell’anno del 550° anniversario della nascita.
Un vero e proprio omaggio di filo al grande artista umbro. Saranno esposti manufatti ricamati a punto pittura che riproducono particolari delle opere del Pintoricchio, da imparaticci di punti ricamo tratti da antichi modellari e da tessuti del ‘400 e del ‘500.
22/23 – 29/30 novembre 2008 – Mostra Mercato del Tartufo di Valtopina: Una rassegna di promozione gastronomica tra le più significative sul piano nazionale. Degustazioni di tartufo bianco e nero, esposizione di funghi, olio, vino e prodotti dell’artigianato locale si abbinano ad eventi culturali e sportivi, musicali e di approfondimento.
5-6-7 settembre 2008 – Mostra Mercato del Ricamo e del Tessuto artigianale: Rinomati prodotti della tradizione tessile umbra, reperti e manufatti antichi, espositori provenienti da ogni parte d’Italia, sfilate di biancheria ed abiti d’epoca, convegni in materia di arte ed alto artigianato.
Primo weekend di luglio e settimana precedente – Palio di San Bernardino: Evento organizzato per la prima volta nell’anno 2006 dai Rioni di Pasano, Poggio e Serra che si ispira al Medioevo. Piatti tipici della tradizione culinaria valtopinese ed umbra nella Taverna dei Rioni, sfilata in costume d’epoca il sabato sera e la domenica pomeriggio staffetta, tiro al gallo, tiro alla fune, presa del castello e assegnazione del Palio.
Info:
Comune di Valtopina
tel.0742-74625 fax. 0742-74146
www.comune.valtopina.pg.it
info@comune.valtopina.pg.it
San Felice Terme
Sorgenti termali
Nella suggestiva quiete del territorio comunale compreso tra il Monte Subasio e Cannara luoghi in cui è forte il connubio tra natura e francescanesimo, si trova la località di San Felice Terme.
Nell’area sgorgano da sempre le acque provenienti dalla Montagna di Assisi “humili et caste” così come recita il Cantico delle Creature che confluiscono poi a Cannara nel fiume Topino dove avvenne la predica agli uccelli di San Francesco, dove nacque il terzo ordine francescano.
A consolidare questo legame, nella zona furono fatti nascere, da dei rami provenienti dal cipresso presente nel Convento della Santa Croce dei frati minori di Verucchio in provincia di Rimini e piantato dal Santo di Assisi nel XIII secolo d.C., alcuni esemplari chiamati appunto “cipressi di San Francesco” che qui si svilupparono con incredibile vigore.
Nel XVII secolo, lo storico Fausto Gentile Donnola narrava le proprietà benefiche delle sorgenti della zona, dicendo: “l’acqua perfetta e per uso dei bagni et hoggi ancora serve detta acqua per chi patisce di male di fegato e di difficoltà ad urinare”.
Questo spiega perchè le persone si recavano da secoli nei numerosi punti della zona in cui le preziose acque fuoriuscivano spontaneamente, per beneficiare degli effetti terapeutici di tale risorsa che la natura generosamente regalava loro.
Tutto questo comunque rappresentava la continuazione di una tradizione termale che affondava le sue radici già in epoca romana quando nelle zone circostanti sorgevano delle strutture termali di cui oggi restano importanti testimonianze archeologiche a Cannara, Assisi, Bevagna e Spello
Oggi la tradizione continua e nell’attuale centro termale si effettuano diversi tipi di cure: bagni, fanghi, inalazioni, percorsi vascolari, riabilitazioni ed altre terapie che hanno fatto ancor di più capire l’importanza di ciò che la Natura ci offre, importanza sempre sottolineata nei messaggi del Santo di Assisi.
Proprio per tutte queste coincidenze è stato dato il nome “Terme Francescane” allo stabilimento termale ed è nato intorno ad esso un parco tematico francescano con piazze e monumenti che ricordano la vita di San Francesco.